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La biblioteca privata di un personaggio ci parla del suo pensiero e della sua vita, dei suoi gusti, delle sue scelte di lettura e degli ambienti frequentati. Costituisce di per sé un patrimonio e un documento importante e carico di suggestioni. Nel nostro caso, il fondo librario inventariato appartenne al mantovano Achille Loria (1857-1943), uno degli economisti di maggiore spicco e più controversi dell'Otto-Novecento italiano: docente di economia a Siena, a Padova e per trent'anni a Torino, autore di oltre novecento pubblicazioni, di cui molte tradotte in inglese, tedesco, spagnolo, russo, ungherese e giapponese, studioso in grado di 'colloquiare ad alto livello' con molti colleghi europei. Loria non catalogò la sua biblioteca e non sembrò darsi preoccupazione del disordine, forse solo apparente, che vi regnava. Tuttavia essa ci appare come un'autentica ricchezza, con volumi italiani e stranieri, alcuni assai rari e di indubbio valore, opuscoli e periodici.